Perché faccio quello che faccio

//Perché faccio quello che faccio

Perché  ho scelto di essere un Coach Umanista.

Perché fai quello che fai?

Mi è stato chiesto di recente.

È importante sapere il perché di ciò che si fa: è ciò che da il senso e che non fa mollare, è il punto di partenza dal quale costruire un come.

Oggi ve lo racconto attraverso l’esperienza con S., una cliente di 45 anni. Eravamo al termine della sua sessione di coaching di qualche giorno fa.

…si ecco, sono contenta di una cosa. Sembra una cosa brutta ma in realtà la sento come bella… Io sono ferma nella mia vita. Sono ferma, non vado avanti.

S. è una cliente a me molto cara (tutti lo sono, ciascuno in un modo unico). Ho sentito e ascoltato le sue parole, mi sono fermata anche io. Eravamo insieme in silenzio. Ho sentito e compreso la sua contentezza – ha capito cosa le sta accadendo, e anche lei sa perché.

S. vive un periodo di isolamento dalle relazioni interpersonali, isolamento che ha scelto e che è riuscita a mettere in atto con lo scopo di distaccarsi da legami poco funzionali. Isolamento e impegno che, come tutte le cose non semplici, non la fa sentire sempre bene, soprattutto quando si rende conto che le nuove relazioni sono tutte da costruire. S. ha desiderio e insieme timore di sperimentarsi in relazioni nuove. Sente il bisogno di mettere in atto strategie più efficaci con cui scegliere i propri partner, vivere relazioni che siano di benessere, di reciprocità, durevoli.

Non si è mai fermi nella vita, ho pensato, ma non è ciò che le ho restituito perché non è quello che le sarebbe servito. Lei si sente ferma. Ho pensato poi, e restituito ad S.:

–  Se sei ferma, vuol dire che non stai avanti e neanche indietro, recedendo, nella tua vita?

– Beh, vero… Beh si, è grazie al fatto che sono a imporre una distanza a legami che sentivo sbagliati per me, dannosi. Sono le relazioni buone che ci fanno andare avanti, nella vita.

Sono le relazioni buone che ci fanno andare avanti, nella vita, che ci fanno esistere.

Mentre pronunciava queste parole, sentivo un grande senso di gratitudine. Grata per quella rivelazione, per la relazione che stavo vivendo con la mia cliente –  la relazione con i miei clienti è sempre una relazione buona che mi fa andare avanti – grata per tutte quelle relazioni buone che nella vita mi hanno fatto fare un passo in avanti, che mi hanno fatto recuperare lo spazio percepito in quel momento come perso.

Grata a tutte quelle relazioni che mi faranno arrivare a quel giorno sentendo di averlo fatto, il viaggio.

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Ecco perché faccio quello che faccio, tra le altre cose:

perché nell’impegno, con la competenza allenata e costruita ogni giorno, consento all’altro di andare avanti nella vita, di sperimentare una relazione buona

perché mi impego per consentire all’altro di essere visto in tutte quelle caratteristiche di bellezza, umanità e forza che l’altro troppo spesso non vede di sé, non si riconosce,

perché insieme a me, l’altro si sente di esistere un po’ di più. È ciò che accade anche a me quando sono in compagnia dei miei maestri.

Credo profondamente nella capacità delle buone relazioni di far sviluppare l’individuo e le relazioni stesse, verso la realizzazione di ciò che è e di ciò che di bello si può produrre e diventare.

Quando senti un forte desiderio di esistere, questo desiderio è soddisfatto tutte le volte che l’altro ti riconosce per quello che sei, ti rispecchia in maniera fedele, non giudicante, utile a migliorarti, grato per la tua esistenza. Il Coaching Umanistico mi permette di far esistere un po’ di più tutti coloro che scelgono di entrare in relazione con me, e allo stesso tempo, essendo riconosciuta in questo mio amore per l’esistenza dell’altro, esisto ogni giorni di più anche io.

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Grazie a S. e anche a Daniele per aver stimolato questo pensiero e contenuto.

 

2020-05-17T11:58:15+02:00